C’è in effetti una consuetudine tra gli addetti ai lavori della comunicazione ed è quella di commentare ogni altrui lavoro, in una discussione concatenata autoreferenziale in cui si passa dal morettiano mi si nota di più alla lista del migliorabile, esaminato dal balcone di una casa di ringhiera in cui sono tutti lì a attendere l’errore, la pecca.
Molti dei temi di fine – inizio anno vertono su ciò che dovrà essere la comunicazione del futuro in antitesi a quello che non; per canto mio il 2020 mi ha almeno insegnato che a gennaio difficilmente si sa cosa accadrà a marzo, tantomeno in ambiti così ondivaghi e ricorsivi come la comunicazione.
Non è però nella mia sensibilità la costante analisi critica dell’altrui, e se una cosa ripeto con convinzione ai clienti è che la comunicazione deve essere vera, o non dura, questo vale necessariamente anche per me. Niente Molisana, quindi né spot TIM. Mi metto invece nel cerchio di chi condivide quello che ha del vecchio per costruire insieme il nuovo.