I migranti hanno sempre mantenuto i legami con la terra d’origine. È la ragione della crescita, è la scelta di un sacrificio che ci migliora.
Un paese che accoglie i migranti fa quello che in natura, per piante e animali, è determinante: si evolve.
Il cambiamento, la contaminazione, la modificazione del tessuto sociale attraverso l’inserimento di gruppi e culture diverse, che coabitano, sono come la mutazione genetica che migliora l’individuo. È sempre così, ed é reciproco. La cultura e la tradizione, le qualità dell’essere hanno molto contribuito all’evoluzione delle nazioni di arrivo. Proprio e più forse per il legame continuo che i migranti hanno saputo mantenere con la proprie tradizioni, con i propri cari rimasti: quelle radici hanno mantenuto forti gli animi all’inizio e poi le comunità in cui sono inseriti, per riflesso.
La comunicazione con le origini, ovunque nel mondo, è sempre stata aperta.
Per quegli altri migranti partiti a fine ‘800 non c’era altro modo. Una lettera, una cartolina, qualcosa affidato a qualcuno che tornava – metodi non sempre efficienti a quei tempi; si risolveva con la frequenza, scrivendo più volte, o affidandosi al passaparola. E i nuovi arrivi portavano notizie fresche alle comunità che si formavano.
Il contatto si doveva mantenere, e il progresso che quelli che partivano hanno contribuito a creare con il proprio sudore ha permesso nuove vie di comunicazione.
Così, nei primi anni del Novecento, la radio e le guerre mondiali hanno creato nuove forme di relazione. La radio ha affiancato le epistole, poi il telefono. Carissime, e brevi, le telefonate, solo appannaggio di pochi.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale i metodi per comunicare si diversificano. Alla fine degli anni Cinquanta nascono perfino le audiocartoline, o Cardboard greetings. Piccoli dischi gialli, incisi per mezzo di macchinette automatiche a monetine, che consentivano di registrare brevi messaggi parlati da spedire con la posta tradizionale ai parenti, per far ascoltare la voce dei propri cari o dei nipoti che crescevano, nativi dei paesi d’immigrazione, o per far divertire i turisti in visita oltreoceano. I migranti del passato hanno sempre conosciuto l’evoluzione dei paesi d’origine da cui fuggivano per far fortuna o sopravvivere (e condiviso saluti, sentimenti, passione e tradizioni coi parenti ed amici rimasti). L’hanno vista accadere in molti modi, secondo il tempo.
La volontà di restare legati alle origini, l’orgoglio per la propria terra hanno generato – e generano oggi – la necessaria energia per affrontare le grandi difficoltà di un mondo nuovo, per affermarsi nelle generazioni successive ai primi, per garantire quella qualità di pensiero che ha reso migliori le culture dei paesi ospiti.
Stati Uniti e Canada, Brasile e Argentina, Australia ed Europa, grandi flussi cinesi, l’epoca colonialista, lo sviluppo dell’Africa di oggi e l’instabilità culturale islamica. I moti che spingono via le genti sono complessi e radicali ma – sempre nella storia – hanno determinato nuove tradizioni, diversi ideali, contaminazione e cambiamento. I paesi di arrivo, alla fine, ne hanno beneficiato.
Oggi c’è l’internet, e con la rete sono arrivati canali nuovi. Con essa, i nuovi migranti o quelli che sono già alla seconda o terza generazione hanno scoperto una cosa che con la comunicazione precedente non potevano avere: la velocità. Poter parlare e vedersi, in tempo reale, come una volta potevano solo le grandi reti televisive. Poter ricevere immediatamente una foto, una notizia, un link ad un articolo, la copia di un documento o il disegno del cuginetto. Condividere passioni, attraverso video, immagini, parole, suoni. Sentirsi più vicini, accorgersi che le distanze sono sempre le stesse, ma sono più brevi.
Velocità dei trasporti, massima velocità per le voci.
Un caro amico di qui e collega di mmad, emigrato a Perth solo pochi anni fa, ringrazia ancora Niklas Zennström e Janus Friis, i fondatori di Skype. Senza loro due, la sua storia d’amore e lo stesso corso della sua vita non sarebbe stato lo stesso.
Così i migranti e chi resta a casa possono essere una cosa sola nel tempo, senza attese. La comunicazione del nuovo millennio viaggia sull’internet, tempestiva, e rende facile mantenersi vicini. Rafforza, diffonde. Ci fa evolvere, più rapidamente.
Di qua e di là dal mare; ogni mare che si frappone fra due ideali di vita.