In questo scorcio dell’anno riceviamo molta comunicazione dedicata al Natale. Per lo più sono le persone-marca che mirano al proprio posizionamento, postando indefessi e reiterando come mantra tutti i meme, i video, le gif animate e le immagini che possano generare consenso ed ottenere  interazioni (condivisioni, commenti, likes, retweet, pin, claps e chi più ne ha più ne metta). L’obiettivo è far crescere la propria awareness, fino a generare equity (non indaghiamo il dettaglio, la gente forse non ne è conscia ma ognuno è un produttore di contenuti, fa comunicazione, pubblicizza sé stesso e certo lo fa con l’intento di ottenere consenso da parte della propria audience di friends/followers).

Non si esimono dalla pratica i social media manager, ed i loro brand, dal più grande al più microscopico. Tutti impegnati a generare media che possano tentare di viralizzarsi, che ottengano elevata condivisione e dunque diano quell’istante di visibilità – più ampia possibile – nel mare di messaggi che riceviamo. La regola però è ancora quella: dai brand, contenuti originali please.

In questo scorcio dell’anno ne abbiamo visti tanti. Ma ci ha colpito in particolare questo video.

 

È stato uno di quelli più condivisi (soprattutto via whatsapp) ma è il clamoroso plagio di una serie di pluripremiate campagne pubblicitarie Evian cui hanno aggiunto gli Auguri alla fine del montaggio.

Siamo certi che Evian e quelli di BETC Paris, la loro agenzia di riferimento, non sarebbero felici senza che qualcuno collegasse correttamente alla marca l’investimento economico e lo sforzo creativo. Poi pensiamo: ottagono lab e #officinadelleidee sono praticamente introvabili in rete (ottagono lab era una sezione del famoso magazine di design Ottagono, chiuso nel 2014).

E allora – forse: che sia un esercizio laterale per lanciare il brand in Italia, con una comunicazione che si diffonda velocemente per la sua facile reinterpretazione natalizia, che poi qualcuno del mestiere possa riconoscere e riattribuire correttamente alla marca – come stiamo facendo, ripotenziando e rilanciando così l’hype sul brand senza neppure citarlo in video?

È questa metacomunicazione? O solo un furbo tentativo di fare un bel video natalizio usando idee altrui? Comunque sia, la riattribuzione al brand che ha lanciato il messaggio è doverosa. E sediziosa, per chi vuol cogliere. I brand riflettano