“Hi Barbie!”
È la frase del momento. In un solo nome, il più famoso del mondo dei giocattoli contemporanei, è racchiusa una perfetta sintesi dell’evoluzione di comunicazione inclusiva.
A pochi giorni dall’uscita di “Barbie – il film” non possiamo restare indifferenti di fronte alla storia di questa bambola rivoluzionaria.
La forza del cambiamento culturale della comunicazione inclusiva trae la sua origine dalla capacità che ha un prodotto, come Barbie, o un servizio capace di ascoltare pienamente le esigenze del mercato.
L’evoluzione verso una comunicazione e un prodotto più inclusivo
Per decenni, Barbie è stata un simbolo di bellezza stereotipata e di standard irrealistici, suscitando dibattiti riguardo il suo impatto sulla percezione dell’immagine corporea nelle giovani generazioni. Tuttavia, negli ultimi anni, Mattel ha intrapreso un’evoluzione significativa, abbracciando l’inclusività e dimostrando un forte impegno nel riflettere la diversità del mondo reale.
Come sottolineato in “Diversfying Barbie &Mortal Kombat: intersectional perspectives and inclusive designs in gaming “ di Yasmine B.Kafai, Gabriela T. Richard e Brandesha Tynes l’ampliamento della gamma di Barbie con modelli di diverse carnagioni, tratti somatici e acconciature, riflettendo le molteplici etnie e culture del mondo nasce da una profonda esigenza di creare un dialogo con il pubblico.
Barbie Fashionista: il successo dell’inclusione
Molte ragazze nel mondo sono riuscite a identificarsi con il giocattolo e ad accettare di più le differenze tra persone. Un’istanza che trova la sua naturale evoluzione nel lancio della line Fashionista che comprende bambole con diverse body shape, identità di genere e stili di moda. Questo ha contribuito a sfatare stereotipi limitanti e a promuovere un’immagine positiva di persone di diverse identità di genere.
Un elemento assolutamente innovativo sta nella comunicazione inclusiva a tutto tondo che coinvolge i consumatori. Secondo la tesi di Martin Arenales “Plan de marketing: Barbie Fashionista” pubblicata dall’Universitat Oberta de Catalunya, il grande successo della linea Fashionista è dovuto all’ascolto dei desideri dei consumatori attraverso i social che hanno plasmato così sia la campagna che il prodotto. Una connessione emotiva potente nata dall’esaltazione del concetto di comunicazione inclusiva tout-court.
La comunicazione inclusiva: una scelta vincente per il brand
In questo caso l’azienda ha fatto proprie le istanze dei consumatori che sono cambiate: vogliono prodotti e servizi che riflettano la diversità del mondo reale e che si allontanino dai vecchi stereotipi.
Mattel ha dimostrato un impegno a lungo termine verso l’inclusività. Non si è trattato di una semplice strategia di marketing temporanea, ma di un cambiamento sostenuto nel posizionamento del brand. L’azienda ha continuato a innovare, a presentare nuovi personaggi inclusivi e a promuovere l’accettazione e l’empowerment. Questo impegno costante ha consolidato la credibilità di Barbie come brand autentico e inclusivo.
Il successo di Barbie nell’abbracciare l’inclusività è stato guidato dalla capacità di Mattel di adattarsi alle nuove esigenze dei consumatori, di creare un’identità più inclusiva, di coinvolgere attivamente il pubblico nella progettazione, di utilizzare strategie di marketing innovative e di mantenere un impegno a lungo termine verso la diversità. L’esempio di Barbie dimostra che i prodotti e i servizi inclusivi possono avere un impatto positivo sia sulle persone che sulla società nel suo complesso, contribuendo a costruire un mondo più tollerante e rispettoso delle differenze.