Con la pandemia che ha colpito l‘organizzazione sanitaria e le restrizioni praticate universalmente, abbiamo visto le code ai supermercati per le scorte di cibo, le pratiche repulsive da fobia del contatto, la tensione per un’igiene mai sufficiente.
Che ha finito per spingere prodotti food e non-food sotto un panno alcoolico per la sanificazione, appena giunti a casa, rei di provenire da uno scaffale della distribuzione.
Oltre ogni considerazione sull’opportunità di certi comportamenti, la sensibile attenzione delle genti ai materiali che contengono i prodotti per noi resta interessante oggetto di riflessione. Lascia intendere interrogativi, e ipotesi di sviluppo. Opportunità.
Appare inevitabile che i timori debbano resistere. Covid non potrà lasciarci rapidamente com’è arrivato, anche se vorrebbe. Le practices adottate ora e ovunque sul globo determineranno un cambiamento inevitabile dei modelli cognitivo-comportamentali. Generando nuove attenzioni, e nuovi bias. Per questi ultimi, occorre lavorare, diffondere cultura e cura.
Ma per le attenzioni, possiamo fare di più.
Il concetto percepito di igiene e sicurezza dei prodotti – specie dei deperibili – nella distribuzione organizzata si evolverà.
Noi pensiamo possa essere strategico utilizzare questa informazione per nuovi vantaggi. I produttori di packaging da sempre studiano soluzioni – specie per i MOCA – attente all’equilibrio tra conservazione, igiene e aspetto pratico. Soluzioni che qualifichino poi lo sviluppo del design di ogni contenitore di prodotto.
Il design del packaging è espressione del posizionamento del prodotto, della marca. E per posizionare, d’ora in poi, il design del packaging dovrà considerare che i concetti di conservazione e igiene dovranno essere percepiti sia per il prodotto che per il consumatore.
Il contenitore potrà, dovrà essere compreso come garante della qualità del prodotto e al tempo stesso sicuro per la salute di chi lo utilizza.
Il pack che protegge il prodotto e il suo utilizzatore. È una sfida che sul piano del posizionamento porterà indubbi vantaggi competitivi. Il design del packaging dovrà comprendere e interpretare subito questa esigenza.
Sappiamo che nelle sale riunioni virtuali di questo periodo – nei meeting dei reparti marketing di molte imprese – questo tema è già oggetto d’attenzione.
Materiali, soluzioni tecniche, nuove linee di confezionamento, riprogettazione dei formati, re-design delle confezioni: servono idee funzionali e sempre creative, per conservare, guadagnare o riposizionare la percezione della marca e dei prodotti che consumiamo, e amiamo.
Oggi abbiamo asset nuovi da praticare. Elementi che da soli possono costituire consolidamento del purpose, che offrono opportunità per la nuova attenzione alle persone nell’ora della consapevolezza da virus.
Cambiamenti cui abbiamo già potuto assistere nell’attenzione all’impatto sull’ambiente dei pack. E ora nuovi cambiamenti, che possono essere indagati, adottati, raccontati, e di cui andare fieri.